Le Icone secondo la Chiesa

A conferma e supporto per la diffusione della tradizione dell’icona, in questo articolo riporto i documenti del Magistero della Chiesa cattolica che riguardano le immagini sacre tratti dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC).

LE SACRE IMMAGINI
1159. La sacra immagine, l’Icona liturgica, rappresenta soprattutto Cristo. Essa non può rappresentare il Dio invisibile e incomprensibile; è stata l’Incarnazione del Figlio di Dio ad inaugurare una nuova «economia» delle immagini.
Un tempo Dio, non avendo né corpo, né figura, non poteva in alcun modo essere rappresentato da una immagine. Ma ora che si è fatto vedere nella carne e che ha vissuto con gli uomini, posso fare una immagine di ciò che ho visto di Dio. . . A viso scoperto, noi contempliamo la gloria del Signore (San Giovanni Damasceno, De sacris imaginibus orationes, 1, 16: PG 96, 1245A).

1160.L’iconografia cristiana trascrive attraverso l’immagine il messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la Parola. Immagine e Parola si illuminano a vicenda:
In poche parole, noi intendiamo custodire gelosamente intatte tutte le tradizioni della Chiesa, sia scritte che orali. Una di queste riguarda la raffigurazione del modello mediante una immagine, in quanto si accordi con la lettera del messaggio evangelico, in quanto serva a confermare la vera e non fantomatica Incarnazione del Verbo di Dio e procuri a noi analogo vantaggio, perché le cose rinviano l’una all’altra in ciò che raffigurano come in ciò che senza ambiguità esse significano (Concilio di Nicea II: Conciliorum oecumenicorum decreta, 111).

1161. Tutti i segni della celebrazione liturgica sono riferiti a Cristo: lo sono anche le sacre immagini della Santa Madre di Dio e dei Santi, poiché significano Cristo che in loro è glorificato. Esse manifestano «il nugolo di testimoni» ( Eb 12,1 ) che continuano a partecipare alla salvezza del mondo e ai quali noi siamo uniti, soprattutto nella celebrazione sacramentale. Attraverso le loro icone, si rivela alla nostra fede l’uomo creato «a immagine di Dio», e trasfigurato «a sua somiglianza», (Cf Rm 8,29; 1161 1Gv3,2 ) come pure gli angeli, anch’essi ricapitolati in Cristo:
Procedendo sulla via regia, seguendo la dottrina divinamente ispirata dei nostri santi padri e la tradizione della Chiesa cattolica – riconosciamo, infatti, che lo Spirito Santo abita in essa – noi definiamo con ogni rigore e cura che, a somiglianza della raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico o in quasiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, o quella dell’immacolata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giusti (Concilio di Nicea II: Denz. -Schönm., 600).
1162. «La bellezza e il colore delle immagini sono uno stimolo per la mia preghiera. E’ una festa per i miei occhi, così come lo spettacolo della campagna sprona il mio cuore a rendere gloria a Dio» (San Giovanni Damasceno, De sacris imaginibus orationes, 1, 27: PG 94, 1268B). La contemplazione delle sante icone, unita alla meditazione della Parola di Dio e al canto degli inni liturgici, entra nell’armonia dei segni della celebrazione in modo che il mistero celebrato si imprima nella memoria del cuore e si esprima poi nella novità di vita dei fedeli.

L’ARTE SACRA
2502. L’ arte sacra è vera e bella quando, nella sua forma, corrisponde alla vocazione che le è propria: evocare e glorificare, nella fede e nella adorazione, il Mistero trascendente di Dio, Bellezza eccelsa di Verità e di Amore, apparsa in Cristo «irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza» ( Eb 1,3 ), nel quale «abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» ( Col2,9 ), bellezza spirituale riflessa nella Santissima Vergine Madre di Dio, negli Angeli e nei Santi. L’autentica arte sacra conduce l’uomo all’adorazione, alla preghiera e all’amore di Dio Creatore e Salvatore, Santo e Santificatore.

L’INTERCESSIONE DEI SANTI
956. L’intercessione dei santi. «A causa infatti della loro più intima unione con Cristo i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità. . . non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. . . La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine»: (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 49). “Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita Passerò il mio cielo a fare del bene sulla terra” (da San Domenico, morente, ai suoi frati: Relatio iuridica 4, Fra Rodolfo da Faenza, 42: Acta sanctorum, Augustus I, p. 636)

PREGARE I SANTI
2683. I testimoni che ci hanno preceduto nel Regno, (Eb 12,1) specialmente coloro che la Chiesa riconosce come «santi», partecipano alla tradizione vivente della preghiera, mediante l’esempio della loro vita, la trasmissione dei loro scritti e la loro preghiera oggi. Essi contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra. Entrando nella «gioia» del loro Signore, essi sono stati stabiliti «su molto» (Mt25,21). La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli d’intercedere per noi e per il mondo intero.

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